Salina Camillone
Strada statale Salara - La Salina Camillone è l’unica superstite delle 149 saline a raccolta multipla (esistenti prima della trasformazione del 1959, ovvero del passaggio a lavorazione meccanizzata), ancora in funzione grazie all’attività svolta dal Gruppo Culturale Civiltà Salinara, i cui volontari raccolgono il sale secondo l’antico metodo artigianale e con gli attrezzi di una volta.
Nel passato la Camillone era indicata con il numero 89 e considerata una salina medio-piccola, costruita su un terreno non proprio stabile per la grande quantità di sabbia mischiata all’argilla e perché soggetta a vene di acque dolci sorgive.
Le saline di Cervia, a diff erenza delle altre saline italiane, erano lavorate con un sistema antichissimo attribuibile all’epoca romana.
Durante la stagione salifera, ogni fondo era assegnato a un salinaro, che lo lavorava aiutato da tutti i componenti della sua famiglia, soprattutto nel periodo della raccolta del sale.
Proprio come un piccolo podere, la salina necessitava del lavoro dei salinari e di quello non specializzato delle mogli e dei fi gli come cavatori.
Quella dei salinari di Cervia era una vera e propria arte, che si apprendeva giorno per giorno per imparare tutti i segreti dei movimenti giuste delle acque, l’influenza dei venti e per evitare danni alla produzione della salina.
Con l’Armesa de sel (“Rimessa del sale”), a inizio settembre, i salinari rievocano quando il sale, sulle burchielle trainate lungo il canale, veniva portato in città per essere stivato nei Magazzini del Sale. Nella Camillone, sezione all’aperto di Musa – il Museo del Sale, da giugno a settembre si ripete il rito della raccolta del sale, si organizzano visite guidate e si coinvolgono i turisti a diventare salinari per un giorno.
Il sale dolce della Camillone ha ottenuto nel 2004 il riconoscimento di presidio Slow Food.