Itinerario Cervia Centro


“Immagina Cervia” è una app che, grazie ad appositi dispositivi, disseminati in tutta la città, permette di conoscere Cervia in modo innovativo.
Come in una caccia al tesoro, camminando per il centro e attraversando la città, si potranno incontrare storie e personaggi legati alle nostre tradizioni.

Questa è la parte dedicata al centro storico. Una pas-seggiata ideale per scoprire il quadrilatero: dalle case dei salinari, alla cattedrale, dal teatro all’antica pescheria e ancora altre curiosità.


1) Piazza Pisacane e la pietra delle misure

La piazzetta che confina con il retro del Palazzo Comunale, da sempre conosciuta come piazza delle erbe, è stata il luogo d’eccellenza per scambi e commerci.

Qui troviamo la Pietra delle Misure, un’antica tabella datata 1636 e proveniente da Cervia Vecchia. Contiene le unità di misura a cui dovevano attenersi gli abitanti di Cervia: tra queste il “Passo”, una sorta di metro per le stoffe, e il “Quadré”, la mattonella usata per la costruzione del pavimento.

2) Piazza Pisacane e l’antica pescheria

Al centro della piazza la pescheria del 1790 dove veniva venduto il pesce appena pescato in Adriatico. Spesso i venditori erano famigliari dei pescatori stessi e tutto il ricavato rimaneva in famiglia. L’edificio venne restaurato negli anni Venti e nella facciata si inserì lo stemma della città. Di pregio i banchi in marmo e gli scoli dell’acqua a terra. Attiva fino al 1992 oggi è diventata luogo di incontro e ristoro.

3) I cortili del quadrilatero

La pianta di Cervia è un perfetto quadrilatero con le case dei salinari lungo il perimetro, quattro bastioni negli angoli e i cortili ad intervallare le case.

Il cortile rappresentava l’area aperta a tutti i bisogni condominiali. I salinari vi stivavano gli attrezzi pesanti delle saline, lo usavano per spaccare la legna per il fuoco, lavare scarponi infangati. Le donne vi stendevano i panni, battevano materassi e tappeti, mettevano nel pozzo cocomeri e bottiglie di vino per mantenerle fresche e preparavano conserve. Quando il cortile era libero dai lavori dei grandi, diventava il regno dei piccoli con i loro giochi e filastrocche.

4) Le porte

Le porte Ravenna e Cesenatico prendevano il nome dalla direzione a cui conducevano. Porta Ravenna era la principale, data in custodia tramite appalto e, il portiere, doveva aprire e chiudere ad orari prefissati o in caso di ordini specifici. Era anche attrezzata al servizio di osteria con la possibilità per i viandanti di mangiare, bere e dormire.

Era possibile farsi aprire la porta anche in orari non convenzionali, ma questo comportava una spesa, eccetto per il medico e il parroco. Sui carichi di paglia e fieno il portiere riscuoteva una quota di proprio diritto, prelevandone una parte.

Le porte sono state distrutte durante la ritirata tedesca della II Guerra Mondiale e l’unico esempio ancora visibile è Porta Mare costruita a metà ottocento per permettere ai primi turisti di recarsi agevolmente al mare.

5) Il teatro di Cervia

Questo piccolo teatro, che oggi ospita 230 posti, serviva per spettacoli teatrali, concerti, feste e tombole.

Inaugurato la notte di Natale del 1862 è presto stato denominato “La bomboniera” grazie alle belle manifatture e agli stucchi pregevoli. La caratteristica di pregio è il particolare sipario, unico a tema marino, in cui si raffigura Apollo che giunge al porto di Cervia accompagnato da Muse e Ninfe e accolto con una burchiella carica di sale.

6) Trucolo

Una semplice dimora, casa tipica dei salinari ha dato ospitalità a Trucolo (da trocal – truciolo di legno).

All’anagrafe Ricci Pitino Augusto Italiano, stagnino del paese, sempre carico di lattine, coperchi padelle che lo accompagnavano con un inconfondibile rumore metallico ritmato dal bastone che lo sosteneva durante il cammino.

E’ stato il “gobbo della fortuna”, “l’omino dalla goccia di stagno”, tanto decantato da Grazia Deledda in molte novelle.

 

7) Le case dei salinari

Le case posizionate lungo il perimetro quadrangolare della città non avevano porte sui lati esterni, ma solo finestre protette da grate in ferro. Avevano infatti la funzione di cinta muraria ed erano destinate ai salinari e alle loro famiglie. Fino al 1953 passavano di diritto da padre a figlio ed erano gratuite, poi con il passaggio dallo Stato Pontificio ai Monopoli di Stato i privilegi vennero eliminati.

8) La vita nel quadrilatero

I salinari lavoravano da marzo a ottobre, Negli altri mesi dell’anno dovevano attivarsi con lavoretti diversi per mantenere la famiglia. Nei mesi invernali le giornate e le nottate passavano solo all’interno del quadrilatero dove si trovavano tutte le attività più importanti: il macellaio, il forno, la falegnameria e anche la taverna in cui si racconta, passassero molto tempo, alcuni salinari.