Itinerario letterario


Un itinerario diffuso sul territorio che segna le tappe dei personaggi illustri che hanno lasciato segni nella città. Da Grazia Deledda a Tolmino Baldassari, da Max David a Giovanni Guareschi, a Tonino Guerra.
Cervia, da sempre attenta al mondo culturale, ha infatti conferito la cittadinanza onoraria a grandi maestri del mondo letterario.


1) Giuseppe Ungaretti – Piazza Garibaldi

Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d‘Egitto nel 1888 e muore a Milano nel 1970. E’ stato tra i più celebri poeti della metà del ’900, dando ai suoi versi una impronta simbolista. Conobbe Cervia nel 1935, quando vi giunse per fare visita al premio Nobel Grazie Deledda. E la scrittrice gli dedicò un elzeviro. Nel 1958, con una solenne cerimonia, la città conferì all‘autore di “Sentimento del tempo” la cittadinanza onoraria, manifestandogli la propria gratitudine per avere svolto con grande autorevolezza il ruolo di presidente del “Premio poetico città di Cervia” rinato nel 1956. Veniva volentieri a Cervia, era affascinato dalla pineta e dal mare, conversava amabilmente con gli amici nella piazza Garibaldi.

“[...] Dunque credo, e occorre creda, che i miei amici di Cervia non la mia persona abbiano voluto onorare, ma la poesia che merita difatti ogni onore. Essi già per onorarla hanno fondato il premio Cervia del Trebbo Poetico, di quel trebbo che per l'irruenza del cuore e le delicatezze dell'ingegno di Comello e per la rara giovialità di Della Monica, usa a semplificare l'erudizione letteraria ai semplici, agli invidiabili uomini semplici, fa risuonare nelle piazze d'Italia, e torna a renderla familiare, la voce di mille anni di tradizione poetica italiana, tradizione presente ancora nel nostro popolo, e che basta evocare con il sentimento necessario e il gusto necessario per sentirla risvegliarsi e illuminarlo […]”.

(Giuseppe Ungaretti, discorso per la cittadinanza onoraria di Cervia, 21 Dicembre 1958).

2) Teodolinda Franceschi Pignocchi – Circonvallazione Sacchetti 111, Casa natale

Teodolinda Pignocchi nasce a Civitella di Romagna nel 1816 e muore a Bologna nel 1894. Condotta a Cervia in tenera età, mostra un precoce amore per la poesia e, per esortazione del professor Giovanni Della Valle - allora uno dei massimi esponenti del neoclassicismo romagnolo e fervente patriota - si avvia allo studio delle lettere.
Un’ampia parte dei suoi componimenti riguarda appunto l‘amore per la patria. Un altro filone poetico trae invece ispirazione dall’amore per la sua terra, sia che la scrittrice la contempli con il mare in tempesta, sia che ne scorga di lontano, magari di ritorno da un viaggio, le vette dei suoi campanili e delle sue case. Oltre che poetessa e patriota la Pignocchi fu anche una illustre educatrice: a Cervia aveva diretto le prime scuole elementari.

CONTEMPLAZIONE
“Non mai più bello apparve il firmamento
Né questa terra, d‘ogni grazia piena
Per lo spirar d‘inusitato vento
Non più ad occhio mortal parve serena […]”.

(Teodolinda Pignocchi, sonetto tratto da Umberto Foschi, ”Cervia, pagine di storia, cultura e tradizioni”).

3) Tonino Guerra – Piazzale dei Salinari, Cervia

Tonino Guerra nasce a Santarcangelo di Romagna nel 1920 e muore nello stesso paese nel 2012. É stato un poeta e sceneggiatore, molto legato a Fellini, capace di creare un gruppo spontaneo di giovani poeti del calibro di Raffaello Baldini, Nino Pedretti e Gianni Fucci. Fra i tanti successi, vinse il “Premio Emilia” dedicato alla poesia dialettale. Era molto legato alla “città giardino”, che onorava con la sua presenza e alla quale dedicava versi sinceri. Sua è l‘ideazione del Tappeto sospeso, un‘opera che caratterizza mirabilmente il piazzale dei Salinari.

“[...] si è pensato ad una fontana, che abbiamo chiamato Il Tappeto sospeso, formata da una larga pozza irregolare, colma di una quarantina di centimetri d'acqua, sulla quale c'è un tappeto di mosaico sospeso su diversi getti d'acqua, a formare qualcosa di simile alle nuvole. Il tappeto trasporta alcuni cumuli di sale e un ciuffo di canne:
stanno a significare che il mondo della civiltà salinara coi suoi odori e la sua poesia, i vecchi ricordi delle spiagge di una volta con le dune e gli uccelli sui canneti, stanno volando via da noi fissandosi però, con malinconia, nella vostra memoria”.
(Tonino Guerra, tratto dalla presentazione della fontana monumentale, Ravenna, Danilo Montanari Editore, 1997).

4) Max David - Viale Roma, Cervia

Max David nasce a Cervia nel 1908 e muore a Milano nel 1980. E' stato scrittore e giornalista, inviato speciale per diverse testate come il Corriere della Sera e il Resto del Carlino, negli scenari di guerra. La sua carriera è contraddistinta da tante avventure e da alcuni colpi sensazionali, come la intervista a Jiang Kai-shek. Nel 1955 vinse il premio Bagutta con “Volapié”, libro sulla Spagna torera lodato da Ernest Hemingway per la sua freschezza e originalità. Ultimamente ricopriva la carica di primo tribuno presso il Tribunato di Romagna. Nel viale Roma è situata villa Maria, la casa della sua infanzia. Vi ritornava per soggiornare brevemente, accarezzato dalla brezza del mare e cullato dallo scricchiolio dei pini.

“D’estate ci portavano al mare, sull'Adriatico, a Cervia, che era una piccola città, ma perfetta nella sua sobria architettura fatta di una piazza coi ciottoli e poche strade che si incrociavano simmetricamente e poi, nella vicina periferia, le case dei salinari, stile caserma. Nella piazza, solo il palazzo dell'arcivescovado, arcigno e repulsivo per sua natura, turbava una sorta di diffusa e tenue allegria che emanava dai caffè, sempre pieni di gente conosciuta [...]”.

5) Giovanni Guareschi - Via Bellucci, Cervia

Guareschi nasce a Fontanelle di Roccabianca nel 1908 e muore a Cervia nel 1968. Scrittore, giornalista, umorista e caricaturista, è diventato celebre per i suoi racconti sulle figure di Peppone (sindaco comunista di Brescello) e Don Camillo (parroco del paese). Aveva ricreato il su “Piccolo mondo antico” a Cervia, nella villa estiva di via Bellucci, dalla quale partiva per alcune brevi incursioni nelle botteghe degli amici e nel porto canale. Parlava animatamente con i pescatori e  l‘albergatore Silvano Collina. E davanti a un buon brodetto si scioglieva. Ma non amava la mondanità, bensì i personaggi semplici del luogo, che gli ricordavano la Bassa e lo ispiravano. È morto, stroncato da un infarto, proprio fra i pini di un caldo luglio del 1968

“È una ben triste sera!” sospirò a un tratto la Verità guardando il cielo cupo. “La guerra è una cosa dolorosa.” “Tragica” rincarò la Vita. “Lunga” specificò il Tempo. “Fortunatamente questa sarà l‘ultima guerra che sconvolgerà il mondo” esclamò la Bugia.
(Giovannino Guareschi, “La scoperta di Milano”, Rizzoli, Milano 1941).

6) Grazia Deledda - Villa Igea. Via Nazario Sauro, Cervia

Grazia Deledda nasce a Nuoro nel 1871 e muore a Roma nel 1936. A Cervia trascorse le vacanze tra il 1920 e il 1936. L‘autrice de ”Il paese del vento”, consigliata dal poeta e amico Marino Moretti, arrivò nella città del sale dopo un soggiorno a Viareggio. Faceva lunghe passeggiate sulla spiaggia e in pineta, ripartiva solo con i primi freddi di autunno. La bellezza di questo luogo aspro e selvaggio le ricordava la Sardegna, e inoltre la ispirava. Inizialmente aveva soggiornato a villa Igea, vicino al molo; poi, con i proventi del premio Nobel (1927), acquistò villa Caravella - situata in via Cristoforo Colombo – “col mare blu e il cielo lilla”. Il Comune le conferì la cittadinanza onoraria nel 1927, e nel 1937 le dedicò una lapide posta sulla facciata del palazzo comunale. A lei è intitolato anche il monumento dell‘artista Biancini (1956) che raffigura una pastorella sarda e una pescivendola cervese, situato nella rotonda del lungomare Deledda.

“Io vorrei un po’ vedere quest’Adriatico che non conosco: che mi dice lei? Sarebbe possibile avere, proprio sul mare, una casina con facilità di vita materiale, oppure una pensione, sempre vicinissima al mare, per me Sardus e Franz?
Per la seconda metà di luglio fino alla metà di settembre”
(Grazia Deledda, Lettera a Marino Moretti)

7) Grazia Deledda - dimora estiva. Via Colombo 65, Cervia

Con i proventi del premio Nobel (1927), acquistò villa Caravella - situata in via Cristoforo Colombo – “col mare blu e il cielo lilla”. Il Comune le conferì la cittadinanza onoraria nel 1927, e nel 1937 le dedicò una lapide posta sulla facciata del palazzo comunale. A lei è intitolato anche il monumento dell‘artista Biancini (1956) che raffigura una pastorella sarda e una pescivendola cervese, situato nella rotonda del lungomare Deledda.

In questo paese di vento dove tutti gli elementi e le anime sono di continuo in moto: nell’acqua azzurra del canale le barche da pesca si riflettono nitide, coi loro colori caldi di farfalle estive, e lungo la linea della banchina opposta si vedono coppie di innamorati passeggiare tranquillamente sopra e sotto l’acqua, in uno sfondo irreale come I loro sogni.
(Grazia Deledda novella Onesto, "Le novelle", L'unine sarda 2012 )


8) Lina Sacchetti – Casa natale. Via Cristoforo Colombo, Cervia

Lina Sacchetti nasce a Cervia nel 1894 e muore nello stesso paese nel 1988. La sua opera è perlopiù rivolta all‘educazione infantile a cui ha dedicato un lavoro di vasto respiro. È il caso de “La storia della letteratura per la gioventù”, un libro che ebbe largo successo e fu adottato come testo di riferimento in vari istituti magistrali. Il libro “Storia di una coscienza” le valse gli elogi del presidente della Repubblica Sandro Pertini. E’ stata grande amica di Grazia Deledda, che accompagnava nelle lunghe passeggiate per farle scoprire gli aspetti più reconditi di Cervia. Negli ultimi tempi era ritornata a vivere nella villa di via Cristoforo Colombo, dando inizio a un libro sulle novelle della Deledda. Per i suoi meriti nel campo della educazione e della pedagogia infantile le sono state conferite due medaglie d‘oro: la prima dal Provveditorato agli studi di Bologna (dove ha lavorato per diversi anni); la seconda dal Ministero della Pubblica Istruzione. Infine, le è stato conferito il ”Premio della cultura” della Presidenza del consiglio dei Ministri.

“La consegna della pergamena miniata [...] avvenne sulla piattaforma del vecchio stabilimento balneare «che pareva un natante alla fonda, circondato dal mare, unito alla spiaggia da un lungo pontile in legno» [...]. Il piacere di essere divenuta cittadina di Cervia lo volle manifestare anche a me, cervese, con un gesto di grande bontà. Mi vide tra la folla accorsa in suo onore, mi chiamò, mi volle vicina e poi, a festa conclusa, m’invitò a salire sul cocchio a due cavalli e il vetturino gallonato, che stazionava sul piazzale della spiaggia, tra aiuole fiorite, presso il pontile dello stabilimento. Come simbolico atto di possesso del Paese da parte dell’illustre Cittadina, il cocchio doveva percorrere l‘ombroso viale Roma che «si immerge diritto come una spada nel cuore del paese”.

(Lina Sacchetti, ”Storia di una coscienza”, Scopel, Roma 1979).

9) Gabriele D'Annunzio – Villa Palanti, Via Due Giugno 72, Milano Marittima

Gabriele D'Annunzio nasce a Pescara nel 1863 e muore a Gardone Riviera nel 1938. E’ stato una figura di spicco del primo '900 italiano. Scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del decadentismo, è stato un personaggio celebre della prima Guerra mondiale. Fra le sue imprese spicca quella di Fiume. La sua poesia, “Versi d‘amore”, ispirò il primo manifesto turistico della città di Cervia e Giuseppe Palanti scelse il primo verso per decorare la facciata della sua casa, chiara dichiarazione d'amore alla moglie Ada.

“Il mare canta una canzon d'amore
ne 'l plenilunio bianco a la pineta:
filtra giù per le cupole il chiarore
animando la vasta ombra segreta,
e giunge su 'l grecal fresco l'odore
de l'alghe dagli scogli d'Impruneta
mentre stanco intristiscemi ne 'il core
un desiderio folle di poeta...
Ma più giocondi il gran mare d'argento
leva gl'inni d'amor; ma via tra i pini
un dolce nome gli risponde il vento;
ma dileguando pe' diamantini
spazi un fantasma a vol tacito e lento
mi sorride da i grandi occhi divini”.

(Gabriele D'Annunzio, tratto da “Versi d‘amore”, Canto nuovo, Libro Terzo, Canto XI).

10) Dante Alighieri – Pineta, Milano Marittima

Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265 e muore a Ravenna nel 1321. E’ considerato il padre della lingua italiana, grazie alla sua “Divina commedia”, universalmente giudicata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale. Espressione della cultura medievale, filtrata attraverso la lirica del “Dolce stil novo”, la Commedia è anche veicolo allegorico della salvezza umana. In due dei suoi canti il sommo poeta fa riferimento prima a Cervia e poi alla pineta ravennate, all‘interno della quale gli sarà capitato di passeggiare durante il periodo in cui era ospite dei Da Polenta, signori di Ravenna. A sua memoria è stata posta una lapide sulla facciata del Palazzo comunale in occasione del VI centenario della morte nel 1921.

“Ravenna sta come stata è molt’anni:
L’aguglia da Polenta la si cova,
sì che Cervia ricuopre co’ suoi vanni”.

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XXVII vv. 43-45).

11) Marino Moretti – Pineta, Pinarella

Marino Moretti nasce a Cesenatico nel 1885 e muore nello stesso luogo nel 1979.
Durante la sua vita ha svolto la attività di drammaturgo, poeta e romanziere. Dichiaratosi contrario al fascismo, firmò il ”Manifesto degli intellettuali antifascisti” di Benedetto Croce. Nel 1959 ricevette il premio Viareggio, che sarà causa di polemiche perché aveva superato “Una vita violenta” di Pier Paolo Pasolini. Intensa la sua produzione letteraria, fra cui le raccolte poetiche, le novelle e i romanzi. Definito un crepuscolare, strinse una intensa amicizia con Grazia Deledda, che aveva conosciuto in veste di curatore della rivista letteraria “La grande illustrazione”.

“Era una delle liete abitudini paesane questa di andare, in primavera o in autunno, a mangiar la piada nella pineta di Cervia; mangiare un pezzo di piada in pineta voleva dire dir fare una lauta merenda: uova sode e formaggio, salame, pollo arrosto, marzapane, e sangiovese e albana a volontà, epigrammi e barzellette a josa. [...]”.

(Marino Moretti, “La voce di Dio”, Mondadori, Milano 1920).

12) Rino Alessi – Casa Natale (Trucolo Caffè). Via XX Settembre 145, Cervia

Baldassare “Rino” Alessi è nato a Cervia nel 1885 e morto nella medesima città nel 1970. Nella sua vita è stato giornalista, scrittore e saggista. Arruolatosi come volontario nella prima guerra mondiale diventò corrispondente di guerra per vari giornali. Censurato per i suoi articoli, pubblicò poi “Dall’Isonzo al Piave”, lettere clandestine da un corrispondente di guerra”. Fu amico di Mussolini e molto legato al fascismo, ma osteggiò le leggi razziali, e ne fece una battaglia dalle colonne del “Piccolo” di Trieste. Su “Il Giornale del mattino”, in cui trattava argomenti di carattere politico-sociale, pubblicò, in seguito al contatto con i rivoltosi, un servizio relativo alla “Settimana rossa”. Fu il suo intervento, dopo il rapimento del generale Agliardi, a evitare l’arrivo dell’esercito.

“La chiesa, detta della Madonna della Neve, sorgeva solitaria su un terrapieno circondato da specchi d'acqua che una fitta distesa di canneggiole, verdi e puntute, mascheravano. Trovare un sentiero praticabile in quella radura sterposa era un problema: ma noi, ragazzi, sia in primavera che in autunno quando, cioè le guardie di finanza non c’erano - quel problema sapevamo risolverlo. E andavamo in quella chiesa alla scoperta di nidi di passeri e di leggende […]”.

(Rino Alessi, tratto da “Calda era la terra”, Il ponte vecchio, Bologna 1952)

13) Tolmino Baldassari – Casa Natale. Cannuzzo di Cervia

Tolmino Baldassari nasce a Castiglione nel 1927 e muore nel 2010 a Cannuzzo, nella frazione cervese che costeggia il fiume Savio ha trovato per anni la fonte di ispirazione, seduto nella sua terrazza, in un‘aura magica come quel luogo. Prima lavorò come bracciante agricolo e sindacalista della Cgil, per poi iniziare l‘attività letteraria a quasi cinquant’anni con “Al progni serbi”. La sua opera è caratterizzata dalla scrittura in dialetto romagnolo ma Tolmino si distinse anche come traduttore, specialmente dallo spagnolo. Ritenuto uno dei maggiori poeti europei del novecento - affiancato a Raffaello Baldini - descrive con brevi tratteggi il suo mondo di luci, ombre e silenzi. Lo stupore fa da contrappeso alla “vita che lo spinge”, dove il poeta esprime emozioni e dolori.

E’ zet dla finestra
“Ad nota quant e’chesca la néva
A’tagh d’ascolt e’ zet dla finestra
int e’mònd ch’e’ gventa grand
ferum par sèmpar

Il silenzio della finestra
La notte quando cade la neve
ascolto il silenzio della finestra
nel mondo che diventa grande
fermo per sempre

14) Tolmino Baldassari. Biblioteca Maria Goia. Via Circonvallazione Sacchetti 111, Cervia

Se la casa natale è ancora visibile a Pisignano di Cervia, il poeta ha lasciato in eredità alla Biblioteca comunale la sua ampia biblioteca e l'intero arredamento dello studio in cui compose le opere principali. La scaffalatura di legno e metallo con i libri; un divano rivestito in tessuto; uno scrittorio con seduta, oggetti per la lettura e la scrittura (macchina da scrivere, occhiali). Altro materiale, come la raccolta di vinili, le riviste e i libri collocati nel sottotetto dell’abitazione nonché le raccolte di fotografie e quelle di corrispondenza sono rimaste nella casa di Cannuzzo.
I libri ivi conservati sono stati catalogati a cura della Biblioteca. Si tratta di 2185 volumi: collane di pregio di cui Tolmino era collezionista ed estimatore come “I millenni” della Einaudi, collane di poesia, enciclopedie di letteratura e storia, libri d’arte.

E’ piuvéva fôrt
a sèma insen tórna a la têvla
fora e’ piuvéva fôrt
e l’éra bël a ‘tê d’ascólt
l’aqua ch’la batéva int i cop
la saltéva int ca córta
la curéva in i fos
u ngn’éra prinzipi u ngn’éra fen
e’ mònd e’ duréva d’dentar

Pioveva forte
Eravamo insieme intorno alla tavola
fuori pioveva forte
ed era bello stare in ascolto
della pioggia che batteva sui coppi
saltellava nella corte
correva nei fossi
non c’era principio non c’era fine
il mondo durava dentro

15) Carlo Nava – Colonna del Mare. Piazzale Aliprandi, Cervia

Carlo Nava nasce nel 1927 a Ravenna e muore nel 2013 nella stessa città. Innamorato del mare si imbarcò come mozzo in giovane età, e visse gran parte della sua vita a stretto contatto con i pescatori del Borgo marina. A 60 anni iniziò a scrivere poesie e racconti brevi, il cui lavoro è sfociato nella opera omnia “Di venti impetuosi e di leggere brezze”. I suoi racconti di mare hanno spesso una vena onirica, e sono caratterizzati dai personaggi che lui ha conosciuto durante le sue numerose navigazioni. Storie di tempeste ma anche di amore, fanno da contrappunto alle tecniche marinaresche con le vele al terzo. Dopo avere ricevuto numerosi premi, a lui è stata dedicata - di fronte al Mercato dei pescatori - la “Colonna del mare”, che riporta alcuni suoi versi. È una poesia che si nutre di luce e di incipit folgoranti.

“L’orizzonte schiarisce, avverti l’alleggerirsi dell’oscurità. Il buio cede la sua densità, il cielo trascolora. Il vento si è calmato, il mare è grigio, levigato, compatto. La barca è ferma, le vele pendono immobili. C’è, nell'aria, un senso d'attesa. Le tonalità del grigio s'ammorbidiscono, virano verso un indefinito colore di madreperla che poco a poco fa emergere le tonalità del rosa, del porpora. Poi, oltre una bassa linea di vapori, la luce cresce rapidamente, il rosa si illumina, petali gialli invadono il cielo. Il sole appare, levigato e splendente come un disco d'oro rosso. E l'alba è tua. Non ci si abitua. Ogni volta è diversa ed ogni volta ti lascia senza parole. La rivelazione d’una bellezza che richiama alla mente l’immortalità.
Tutto, per un tempo che sembra come sospeso, ti appare immobile…”.

(Carlo Nava, tratto da “Mare Polittico in sei quadri”, Danilo Montanari editore,1999)