Itinerario liberty


Il 14 agosto 1912 nasce Milano Marittima dal sogno del suo fondatore, il pittore milanese Giuseppe Palanti. La nuova località turistica incarnava l’idea della “Città Giardino”, dove la natura si sposava con la praticità del vivere.
All’interno della secolare pineta venivano inseriti una serie di villini liberty secondo un piano regolatore ben preciso che, nel giro di pochi anni si sarebbe trasfor-mato in una moderna località balneare.
Le villette, in parte ancora presenti, rappresentano il gusto di un’epoca che a inizio del Novecento, si iden-tifica con tipico gusto liberty e neogotico.
Tra Milano Marittima e Cervia molte sono state identi-ficate e censite.


1) Villa PALANTI, 1914

Su progetto dell’architetto Giulio Paleni di Bergamo, fu fra le prime ville di Milano Marittima. Dedicata alla moglie Ada da Giuseppe Palanti, l’artista che progettò la Città giardino, rimane un simbolo del Novecento. L’apparato decorativo è romanico, i disegni degli af-freschi esterni sono opera dello stesso Palanti. Sulla facciata è affissa una targa dedicata all’artista ad opera di Aldo Spallicci per commemorare la sua morte.

2) Villa MAIOLATESI, 1931

Su progetto del geometra Antonio Lugaresi, fu ogget-to di ampliamenti nel 1932 e nel 1933. Uno dei mi-gliori esempi di villa Liberty, con suggerimenti della architettura storica e stilemi art nouveau. Conserva al-cuni elementi secessionisti.

 

3) Villa COLMEGNA, 1932

Su progetto del geometra Antonio Lugaresi, esprime una architettura rustica. L’esterno è stile chalet, con i due tetti inclinati. Nel 1939 venne presentata una va-riante per la realizzazione di un’unica scalinata con la terrazza al posto dell’altra.

4) Villa DE MARIA, 1937

Su progetto del geometra Antonio Lugaresi e doman-da di Gherardo De Maria, proprietario del mitico Woodpecker. Conserva l’impostazione di villino otto-centesco, mentre la sua qualificazione Liberty si affida alla combinazione dei dettagli. Vi confluiscono ele-menti Secessionisti e suggerimenti della architettura storica.

5) Villa PERELLI, 1940

Su progetto dell’architetto Mario Cavallè, passa dallo sperimentalismo iniziale al più puro razionalismo. La caratteristica saliente è una rotonda sopraelevata posta su 5 lunghe colonne. Grande salone circolare suddivi-so da 14 porte finestre, con ballatoio a sbalzo che ne attornia il perimetro. Sul tetto piano insiste una grande terrazza. Ospitava i gala dell’alta borghesia.

6) Villa RIGHINI, 1928

Su progetto dell’architetto Matteo Focaccia, è situata nell’antica via dei Bagni. Conserva elementi strutturali e decorativi di stampo Liberty e Decò. Una villa fatta a scale, stanzini e balconcini, ampliata in seguito con grande armonizzazione fra l’antico e il moderno. Le decorazioni con motivi floreali si rispecchiano nel sontuoso giardino, il più ampio fra i villini attuali.

7) Villa DAVID, 1923

Su progetto dell’architetto Matteo Focaccia, fu co-struita dal padre dello scrittore e giornalista Max Da-vid, Attilio David, dedicandola alla moglie. Max, in-viato di guerra del Corriere della sera, ritornava nella casa natale dopo ogni viaggio. Fra le sue opere figura “Volapié”, il libro lodato da Ernest Hemingway che vinse il premio Bagutta.


8) villa DAMERINI, 1923

Su progetto dell’architetto Matteo Focaccia, l’opera si legge come un getto unico. Le camere prendono luce da feritoie e pertugi, chiusi da vetri colorati, ma si aprono sempre su un piccolo balcone. Autentico capo-lavoro dell’architetto cervese, che accarezzava con il palmo delle mani le pietre per saggiarne la rugosità.


9) villa IDROVORA SALINE, 1925

Stile essenziale e torretta quadrangolare per la villa e magazzino per gli attrezzi del custode del canale im-missario, detto “Canalino”, nata con un solo piano. Ampliata successivamente ospitò i lavoratori della Sa-lina con le loro famiglie. Dotata di ponte a paratoie, la sua idrovora rifornisce con l’acqua del mare i bacini salanti.


10) villa DAMERINI, 1940

Su progetto dell’architetto Matteo Focaccia, piccola gemma sospesa nella pineta, con rivestimento molto accurato in cotto e una logica votata all’essenziale. Sa-lone semicircolare e atrio di ingresso che si trasforma in un loggiato. Aliena da ornamenti e artifici si mostra in tutta la sua schiettezza.

11) VILLETTE FRUTTI DI MARE, 1934

Su progetto del geometra Antonio Lugaresi furono costruite da Giuseppe Sgarbi. Riferimento architetto-nico è lo chalet. In una di queste abitò in affitto per al-cuni mesi la famiglia Spallicci, sfollata da Milano mentre erano in corso i bombardamenti inglesi. Veni-va denominata la “casulena là zò da cant e’ mêr”.

12) villa ANGELINA, 1937

Il progetto fu presentato da Amedeo Zanotti Cavazzo-ni e ideato dall’ingegnere Ferruccio Gavelli. E’ una rara dimostrazione della poetica del razionalismo, con un volume essenziale e facciate differenti. E’ caratte-rizzata dal solarium sul tetto piano e dalla terrazza rialzata nella facciata posteriore.

13) villa WANDA MALAGOLA, 1925

Il progetto del geometra Antonio Lugaresi è stato pre-sentato da Napoleone Tempini, primo presidente della società Milano Marittima. Si tratta di un edificio me-dioevaleggiante con una bella loggia aperta posta al termine delle torretta. Trifore con colonnine e capitelli ne caratterizzato i quattro lati, per ammirare il paesag-gio. E’ situata vicino al luogo in cui sorgeva l’attivo poligono e dove nacque Milano Marittima.